Hanno scherzato, meditando sul portare a spasso cani di peluche. Hanno riflettuto, scoprendo che significato abbiano le loro relazioni con fratelli e amici. Hanno scoperto: per esempio quanto si nasconda nei 200 metri di strada consentiti alla passeggiata. Hanno ascoltato il silenzio, imparato che cos’è un “paesaggio sonoro” e quanto suoni anche impercettibili scandiscano la loro giornata. Hanno letto romanzi e paragonato ciò che leggevano a quello che stavano vivendo. Hanno ascoltato musica per sentirsi lontano e si sono guardati allo specchio. Hanno imparato a riconoscere i sorrisi nello sguardo di chi era nascosto dietro la mascherina. Hanno capito che l’ironia sarà per sempre un’ancora di salvezza e la creatività un passaporto per il futuro.
Nelle dieci settimane, da aprile a giugno 2020, in cui è durato il Laboratorio di radio e tv web dell’Università statale di Milano, gli studenti hanno raccontato con video, audio, testi, fotografie, le loro fasi 1 e 2 dell’epidemia di Covid-19, del confinamento e delle altre misure di sicurezza. Ne è emerso un diario sorprendente e abbiamo deciso di pubblicarne una selezione. Senza prenderci troppo sul serio…
L’oggetto che più mi ha rappresentato durante
il confinamento a casa?
Sono come una spugnetta,
spiega con ironia Arianna (VIDEO)
Ma quante cose
può raccontare una bustina di tè?
Andrea l’ha vista così…(VIDEO)
A dirla tutta, tazze e infusi l’hanno fatta davvero da padroni.
Diana è stata bravissima a sintetizzare (VIDEO) la complessa giornata dei suoi fornelli
Emma invece si è vista osservata da fuori,
sempre lì con i suoi amati libri…. (VIDEO)
Le case stesse, a ben pensarci,
si saranno stupite di vedere tutti questi ragazzi,
prima sfuggenti e di corsa, non mettere più il naso fuori dalla porta…
Sempre sul divano
Prendersi in giro, starsene confinati in casa, perfino sul divano, non sul dire aver smesso di pensare a che cosa stava accadendo nel mondo. Anzi. Improvvisamente tutto quello che si dava per scontato, non c’era più. Per sé e per gli altri.
Così Luca ha messo a confronto le immagini girate a Tokyo nel 2016 dalla docente,
Valeria Palumbo, con quello che stava accadendo in Italia a fine aprile 2020…( VIDEO)
A questo punto ci siamo posti una sfida: in molti luoghi la passeggiata intorno a casa era misurata, 200 metri. Potevano dividerla, come una maratona, in tappe e provare a pensare che cosa si nasconda perfino in dieci metri, o nei gesti che prima costavano di più, come portar giù la pattumiera?
Alessia per esempio verso la sua pattumiera ha provato anche un po’ di gratitudine (VIDEO)
Luca (VIDEO) e Nicolò (VIDEO) hanno riflettuto su quanto fosse difficile riprendere a uscire e perfino a correre
Francesco l’ha buttata sul ridere (VIDEO) ma nel descrivere quanto sia difficile uscire di nuovo ha toccato una realtà: quella “sindrome della capanna” che con Covid-19 ha colpito tutti insieme milioni di italiani, ma che è un problema diffuso e, nel caso degli hikikomori, perfino una patologia.
Gianandrea (VIDEO) di nuovo ha cambiato prospettiva: si è chiesto quanto dovesse sembrare strano all’albero che in cortile che lui, pur dotato di gambe, non si spiantasse da lì. Perché l’alberto, da parte su, se solo avesse potuto avere le gambe….
Un pezzetto di strada piccolissimo, ha scoperto Petra (VIDEO), può diventare un percorso pieno di scoperta,
una vera Isola del Tesoro
e davvero il suo video sintetizza quello che i ragazzi hanno scoperto in questi mesi: è sempre la nostra mente a creare lo spazio e le opportunità.
Sono i nostri sguardi a sfogliare il mondo e rileggerlo sempre in chiave nuova.
Guardate per esempio come Alessia ha intuito come
si possa lavorare sui nuovi simboli della golosità e del desiderio…
… e Simone su come si possano rielaborare le ragioni dell’odio e dell’iconoclastia
Ma anche come Leonardo ha intuito (VIDEO) che i nuovi paesaggi, per quanto completamente antropizzati, assumono, senza la presenza dell’uomo, un aspetto del tutto nuovo.
Cioè che siamo noi ogni volta a rimodellare lo spazio e per questo ne siamo sempre responsabili…
Questo vuol dire che occorre diventare anche sempre più consapevoli. Come? leggendo, ovvio. Ed ecco i libri del lockdown, scelti per scoprire anche qualcosa di sé. Lo hanno raccontato
Miriam (VIDEO qui sotto),
Alessia ( VIDEO a destra)
e Giulia (VIDEO in basso)
Ritrovarsi nei gesti, nei pensieri e nelle parole degli artisti e degli scrittori del passato è in fondo un gran bel vantaggio
Perché allora si può diventare addirittura poeti.
O pittori: e dipingere con un video un rumore che parla appunto del confinamento. Ma è come sospeso…
in sintesi abbiamo imparato che i quadri si ascoltano e i suoni si guardano… come ci hanno raccontato Alessia (VIDEO a sinistra) e Diana (VIDEO a destra)
Francesco ci ha fatto su un po’ di poesia casalinga (VIDEO a sinistra), mentre Nicolò (VIDEO sotto) ci ha avvertito come ricostruendo un suono possiamo addirittura immaginare gli effetti devastanti del rimuovere le misure di sicurezza
Petra se n’è servita (VIDEO) per ricordarci quanti linguaggi usano gli esseri umani per esprimersi, per intuire, per leggere le emozioni, le intenzioni e i gesti degli altri
Perché è ovvio che proprio in questo periodo abbiamo capito meglio quanto non siamo fatti per vivere da soli…
E questo è stato il punto di partenza per scoprire come gli altri, intorno a noi, avevano vissuto il confinamento.
Lo abbiamo scoperto, per esempio, nelle interviste di Alessia (Capelletti, VIDEO),
Riccardo (VIDEO),
Alessia (Di Vinci, VIDEO),
Nicolò (VIDEO),
Emma (VIDEO),
Francesco (VIDEO)
Che cosa rimarrà di tutto questo? Come ha ben capito Francesco nella sfera di vetro possiamo vedere
soltanto il passato
Ma forse è proprio questa la lezione: se di questa esperienza dell’epidemia sapremo portarci dentro tutti questi piccoli segni e avvertimenti, se ci ricorderemo di quei suoni, quei silenzi e quegli sguardi… beh allora perfino un Laboratorio di radio e tv web non sarà stato del tutto inutile!
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