1870-1944: salvate Parigi e salverete il futuro dell’Europa

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Scriveva Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione, a Otto von Bismarck dopo l’incontro con Adolphe Thiers. Il cancelliere prussiano e il futuro presidente francese si erano visti a Versailles, dopo la disastrosa sconfitta francese del 1870, per trattare la pace (la lettera è riportata da Alain Decaux):

«L’onore militare o, per meglio dire, l’abilità dei suoi capi è incontestabilmente acquisita dalla Prussia e sarà riconosciuta da tutte le persone che conoscono la guerra; non c’è alcun bisogno di aggiungere una foglia alla corona di questa triste gloria, ma il merito diplomatico, nel senso di una soluzione possibile per la pace, tocca a voi personalmente e deve essere firmata da voi. L’approvazione, la soddisfazione sarà universale e le benedizioni del cielo seguiranno, consacrando per la Germania il suo re-imperatore. Il mondo da voi fermato, riprenderà la sua vita e avanzerà per piangere i morti. Ce ne sono abbastanza per coprire di lutto l’Europa. Non fate nascere l’odio, un odio implacabile alleato alla vendetta uccidendo gli affetti e gli amori… Voi direte che parlo come una donna da romanzo. No, io parlo per un uomo di Stato da par vostro».

Virginia Oldoini fotografata come Elvira

La nobildonna di famiglia spezzina, che già si era spesa con Napoleone III per favorire l’Unità d’Italia, e che era una grande appassionata di politica, aveva inutilmente tentato di mettere in guardia l’imperatore francese contro il crescente pericolo prussiano. Non era stata ascoltata. Dopo la sconfitta, mentre la Francia veniva occupata e Parigi assediata, tentò di mediare, ricordando a von Bismarck che la “clemenza” verso i vinti era segno di intelligenza politica per il futuro. Era inutile e pericoloso generare nei vinti un odio e un desiderio di riscatto che, di fatto, costituivano un garanzia di guerre future. Così sarebbe stato e l’inimicizia o, meglio, la cecità a l’avidità dei politici avrebbe condotto alla Prima e alla Seconda guerra mondiale.

Mi ha colpito che un discorso analogo viene attribuito al console di Svezia, Raoul Nordling rivolto a Dietrich von Choltitz, il generale tedesco che era diventato anche governatore militare di Parigi, verso la fine dell’occupazione nazista. Lo racconta, nella pièce Diplomazia, il drammaturgo Cyril Gely. Lo spettacolo è stato al Teatro Elfo Puccini di Milano, dal 14 ottobre al 14 novembre 2021. Nei panni di Nordling, Ferdinando Bruni; in quelli di Choltitz, Elio De Capitani. Bravissimi, come sempre. Qui, il testo, serratissimo, fa immaginare che, grazie alle virtù retoriche di Nordling, Parigi fu salva per qualche minuto: Choltitz aveva già predisposto la distruzione della città, anche per salvare la famiglia dalla vendetta di Hitler. La versione è la stessa del film Diplomacy – Una notte per salvare Parigi, di Volker Schlöndorff (2014), con André Dussollier e Niels Arestrup.

Nella realtà, spiego in un’intervista al Corriere della Sera lo stesso Schlöndorff:

«L’incontro che è al centro del film non ha mai avuto luogo. Von Choltitz e Nordling si sono incontrati più volte nei giorni che hanno preceduto il 24 agosto 1944, per negoziare uno scambio di prigionieri. Gli unici documenti storici sono costituiti dalle loro autobiografie scritte negli anni ‘50. In più mi sono confrontato con un professore di storia in Germania, che aveva fatto la sua tesi di dottorato proprio su quest’argomento».

Diplomacy – Una notte per salvare Parigi, 2014

Nei fatti i due uomini tentarono insieme sia di evitare troppi danni alla città (che fu comunque bombardata dalla Luftwaffe), sia di trovare un accordo con la Resistenza francese perché la resa tedesca non si rivelasse troppo drammatica. Di fatto, Choltitz disobbedì più volte ad Adolf Hitler. Ma resta il cuore della vicenda e il tema così ben intuito da Virginia Oldoini: distruggere Parigi avrebbe compromesso per sempre il futuro delle relazioni tra Francia e Germania e quindi reso impossibile la pace duratura in Europa. Ha dichiarato sempre il regista Schlöndorff:

«Se Von Choltitz avesse eseguito gli ordini di Hitler, come sarebbe stata l’Europa senza Parigi? Certamente la riconciliazione tra De Gaulle e Adenauer sarebbe stata impossibile, il tandem franco-tedesco non sarebbe potuto esistere. Al di là della distruzione dei monumenti, ci sarebbero stati centinaia di migliaia di morti in più. Non credo che l’Europa così come la conosciamo oggi sarebbe mai potuta esistere».

È proprio quello che anche nel testo teatrale Nordling dice a Choltitz. Uno spettacolo importante, dunque, sotto tutti i punti di vista.

FONTI

Diplomazia, Teatro Elfo Puccini, Milano, dal 14 ottobre al 14 novembre 2021, di Cyril Gely, con Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani

La donna che osò amare sé stessa. Indagine sulla Contessa di Castiglione, di Valeria Palumbo, Neri Pozza, 2021

Diplomacy – Una notte per salvare Parigi (Diplomatie), di Volker Schlöndorff, 2014, con André Dussollier e Niels Arestrup

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