Dibattito sul futuro della professione giornalistica

Ecco alcune riflessioni per aprire il dibattito sul futuro della professione giornalistica:

1. Che ne sarà dell’inviato speciale?
La figura dell’inviato speciale nell’era di Internet invece di svuotarsi di significato, come in molti erroneamente prevedono, quasi certamente si arricchirà di nuove prospettive. L’inviato fino ad oggi ha lavorato in situazioni estremamente limitative. Domani tutto si trasformerà radicalmente:
• dal vecchio taccuino, utilizzato per annotare gli aspetti salienti di un evento, si passerà a una telecamera portatile con la quale si potranno prendere appunti visivi, audio, per la scrittura…;
• il materiale prodotto potrà essere arricchito e ampliato con ipertestualità senza limite di tempo e di spazio…;
• il testo e le informazioni potranno essere aggiornate continuamente e in tempo reale…
• l’inviato speciale sarà collegato sempre con il mondo e i suoi lettori: dialogherà con loro, sarà interattivo, integrerà le informazioni che gli verranno richieste….
Tu cosa ne pensi?

2. Etica e deontologia: quali sono i rischi dell’informazione via Internet?
Internet è stato definito un mezzo democratico, visto che può essere a disposizione di tutti per comunicare, vedere, interagire con il mondo. Questo concetto potrebbe però rasentare l’anarchia, che in una democrazia e nella professione giornalistica potrebbe comportare gravi rischi:
• la facilità di accesso alle informazioni e alla creazione di informazioni può portare alla creazione di “mondi paralleli”, vale a dire di realtà basate sulla menzogna, totalmente o parzialmente inventate;
• non dobbiamo dimenticare che una democrazia si sviluppa anche attraverso l’accettazione di una storia condivisa. Questo si ottiene attraverso un  modo di rappresentare i fatti che richiede metodo e regole ferme che non permettano di inventare o travisare i fatti. Non tutti quelli che scrivono sulla rete seguono queste norme causando, quindi, la creazione di notizie false o scorrette;
• un giornale su internet che non faccia appello ad una professionalità basata su regole precise sia etiche sia deontologiche rischia di ingenerare false credenze. Questo rischio è meno marcato con la carta stampata semplicemente perché in secoli di storia si sono sedimentate regole di comportamento, anche se i rischi e la pratica di strumentalizzazione a fini politici è sempre all’ordine del giorno.
Tu cosa ne pensi?

Pier Luigi Vercesi

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