Cappuccetto rosso cupo
Molto spesso la struttura delle fiabe ha un’entità profondamente metaforica, per cui esse si prestano a interpretazioni successive, poco o tanto diverse fra loro ma in fondo strutturalmente unitarie. Vale pertanto – e forse in particolare – per l’arcinota favola di Cappuccetto rosso, un racconto a quanto pare presente in parecchie tradizioni popolari e in versioni via via varianti nelle diverse regioni geografiche e in tempi successivi. Secondo una approfondita indagine pubblicata da Cecilia Barella, ne esistono addirittura molte, di versioni. In particolare, scrive lei, «la prima notizia che abbiamo di una bambina con una mantellina col cappuccio rosso è nel 1023, in una fiaba in latino di Egberto di Liegi nella sua raccolta “Fecunda ratis”». D’altronde, dopo un’ampia indagine sulle varianti, essa conclude, «Alla luce di quanto detto, si può comprendere perché questa fiaba sia stata oggetto di tante riscritture in epoca moderna, valga su tutti l’esempio di “La compagnia dei lupi” (1979) della scrittrice inglese Angela Carter, che nella sua interpretazione moderna e psicoanalitica si avvicina molto allo spirito originario di questa fiaba».
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