Livres d’enfants d’hier et d’aujourd’hui
Un viaggio nella storia della letteratura (non solo) francese d’infanzia alla Bibliothèque nationale de France
di Sabina Ciminari
Dopo le mostre dedicate ai maestri del fumetto (2000) e alle favole (2001), la Biblioteca Nazionale di Francia torna a parlare di libri d’infanzia e per ragazzi, questa volta con uno sguardo che vuole abbracciare, con circa 400 pezzi, una sintetica storia editoriale del genere, attraverso un percorso che si snoda in oltre quattro secoli. L’occasione per dedicarsi al tema è doppia. Nel 2005 la Bnf ha ricevuto in dono dai figli del pittore Jean de Brunhoff i disegni originali di tre album di Babar: l’elefantino, rimasto orfano, che lascia il suo habitat per vivere in città, protagonista dell’omonimo album dal 1931, dà dunque il titolo alla mostra, mentre l’Abbecedario pieghevole di Babar è al centro del ricco catalogo (a cura di Olivier Piffaut, Paris, Bibliothèque nationale de France, 2008, pp. 580). La seconda occasione, più recente, riguarda l’acquisizione, all’inizio del 2008, della Joie par les livres, la prima biblioteca francese specializzata nel settore: dalla fusione è nato il Centre national de la littérature pour la jeunesse, di cui Babar, Harry Potter & Cie – così si intitola la mostra – è il primo grande evento. Il titolo, appunto, è forse l’unica critica che si può fare ad una realizzazione per altri versi impeccabile: il nome di Harry Potter, infatti, che sembra fare da simbolico pendant, per gli sviluppi della letteratura giovanile contemporanea, a quello di Babar, non è presente che in modo molto marginale nell’esposizione. Più che guardare alla tradizione del fantasy anglosassone – che pure è uno dei più grandi fenomeni editoriali degli ultimi anni, come i libri di Joanne Kathleen Rowling testimoniano – la mostra ripercorre una storia nazionale della letteratura e dell’editoria per ragazzi, e segue quindi un percorso che si snoda parallelo a quello del Paese, pur articolandosi in tre parti dedicate a diverse fasce d’età del bambino.
Il manoscritto autografo del Télémaque, scritto nel 1694 da Fénélon per educare il duca di Borgogna; gli abbecedari, testimonianza del più antico genere destinato all’infanzia, a volte adattati ad esigenze di educazione morale come quelli del XIX secolo o a fini patriottici, come quello dedicato al Maréchal Pétain; i libri di filastrocche e canzoni, da quelli degli anni Settanta del XIX secolo pubblicati dall’editore Hetzel (al quale la Biblioteca Nazionale aveva dedicato una mostra nel 1966), che arrangia personalmente una delle canzoni più popolari, Au clair de la lune, agli Chantefables del poeta Robert Desnos, pubblicati nel 1944 senza che il suo autore, in prigione, ne avesse vista l’edizione; gli album, di cui la mostra ripercorre la storia, dagli inizi alla vera e propria nascita del genere, negli anni Venti, fino alla declinazione in album d’artista, come testimoniano le tavole originali di Mon chat, disegnate nel 1931 da Nathalie Parain con gusto cubista e audacia illustrativa, alla copia di Max et les maximonstres (1967) che segna la grande innovazione, ad opera di Robert Delpire, nell’illustrazione dell’infanzia.
Proprio quest’ultimo esempio mostra, però, al tempo stesso un limite nella prospettiva di una articolazione nazionale del genere album, e più in generale della letteratura dell’infanzia, e l’apertura necessaria – ben testimoniata dalla strutturazione della mostra – ad una storia europea, se non mondiale, del genere. Trovano posto, quindi, in uno sguardo attento alla storia della diffusione dei testi, gli esemplari delle prime traduzioni di alcuni testi o eroi considerati dei “classici”: Heidi, Pippi Calzelunghe, Bambi e Alice, per citare solo alcuni di quelli presenti nella Galleria dei personaggi, collocata al centro della mostra, si trovano affiancati ad eroi “nazionali” che hanno conosciuto altrettanto successo all’estero. Dal Piccolo principe (1943) di Antoine de Saint-Exupéry, vero e proprio caso eccezionale dell’editoria, libro capace di parlare a bambini e adulti, alla saga di Martine, iniziata il decennio successivo dal poeta Gilbert Delahaye per l’editore Casterman, che venderà negli anni oltre 50 milioni di esemplari. Il fatto che la critica, che incensa l’unicità del caso del Piccolo principe, non abbia ad esempio apprezzato Martine, fa riflettere su una sfida teorica che si può leggere fra le righe della mostra: come poter conoscere le attese e i gusti dei bambini che sono, nel caso del mercato librario, veicolati dalle scelte che gli adulti fanno per loro? Come riuscire a fare una mostra sulla letteratura per ragazzi che sia al tempo stesso godibile per bambini e adulti? Sono sufficienti le teche a misura di bambino, che obbligano l’adulto ad abbassarsi; o le postazioni video in cui si possono fare giochi di composizione, sfogliare le versioni informatiche degli abbecedari, sentire filastrocche e canzoni; o la brochure illustrativa del percorso appositamente studiato per ragazzi, con un questionario preparato per accompagnarne la lettura? L’esposizione accetta questa sfida e prova ad accontentare giovani e meno giovani: si apre su un corridoio in cui si sentono voci di bambini raccontare le storie che più amano, o le canzoni che sanno a memoria, e si chiude davanti a postazioni video in cui degli adulti raccontano i loro primi passi nel mondo della lettura. Per tutte le sale, e in particolare in uno spazio di lettura collocato prima dell’uscita, è possibile sfogliare le edizioni contemporanee di molte delle opere presenti in prima edizione nella mostra o in cui i disegni degli illustratori presentati, veri co-autori del libro d’infanzia, sono stati accolti. Bisogna aspettare la fine del percorso, inoltre, per avere su grande schermo qualche esempio di trasposizione televisiva, dall’Oliver Twist del 1962 ai Voyages de Balthasar del 2000. E per ricordarci, quindi, che il fenomeno del passaggio di un “eroe” nato dalla penna e diventato cartone animato o film (per tornare all’Harry Potter a cui è intitolata la mostra), passando per giocattolo e gadget, col tempo si presenta anche all’inverso, e i libri si animano di personaggi nati dalla televisione. Ma questa è un’altra storia da raccontare, e forse un altro ambito di ricerca per il neonato Centre national de littérature pour la jeunesse.
Babar, Harry Potter & Cie. Livres d’enfants d’hier et d’aujourd’hui
Bibliothèque nationale de France, site François Mitterand/Grande Galerie