Mafalda & Quino come metafora degli anni sessanta
Nella mia pluridecennale attività di critico, mi è capitato di tanto in tanto di scrivere secondo formule un po’ fuori dagli schemi, vale a dire articoli bensì di natura critica, ma strutturati sotto forma di intervista o di lettera o di racconto… In particolare, sono ricorso a volte alla formula del dialogo fra un Lettore Appassionato di fumetti e uno Strillone, inteso come un venditore degli stessi porta a porta, ma entrambi ottimi conoscitori della comune passione. Con questa formula avevo steso anni fa una specie di “rapporto” sulla figura e la valenza di un eccezionale autore di fumetti qual è Quino, «papà» cartaceo di Mafalda, personaggio adorabile in sé e comunque svisceratamente amato in tutto il mondo. Ora, mentre lo scorso 17 luglio 2012 ha visto il felice ottantesimo compleanno del grande autore argentino, d’altra parte in questo 2013 compie il mezzo secolo la sua fortunata creatura. Ripercorrendo quel mio vecchio pezzo – che era stato molto gradito allo stesso Quino e da lui apprezzato, per cui mi gratificò attraverso una dedica da parte di Mafalda – mi sono reso conto che, aggiornandone solo leggermente certe sfumature, esso non aveva perso la propria validità. Siccome poi esso ha visto la luce in una sede un po’ elitaria, quale era un mio vecchio saggio ormai scomparso, intitolato Quel fantastico mondo (ed. Dedalo, 1984), lo ripropongo qui, dotandolo di una numerosa serie di illustrazioni, vale a dire le copertine di quasi tutte le pubblicazioni italiane delle opere di Quino, oltre a un paio della edizione originale argentina e a un paio di strisce del personaggio, ugualmente originali. (g.b.)