Bisogna prenotare. Ma la risposta è immediata. E la visita (gratuita) è emozionante, perfino in una città come Roma che di emozioni ne offre a non finire. La casa e studio di Luigi Pirandello, in via Antonio Bosio 13 B, sorge a due passi da Villa Torlonia, residenza, durante il fascismo, di Benito Mussolini. Pirandello vi visse tra il 1913 e il 1918 e poi dal 1933 al 1936, anno della morte. Oggi è una delle Case-museo di Roma.
Nella casa, l’unica autentica di Pirandello e l’unica perfettamente conservata com’era, si trovano i suoi libri, i suoi oggetti di lavoro e la sua macchina da scrivere Underwood, seduto alla quale fu ritratto dopo l’annuncio del conferimento del Nobel nel 1934 (Pirandello scrisse sul foglio in macchina più volte la parola “Pagliacciate” m,a a quel Nobel aveva aspirato tutta la vita, invidiando terribilmente Grazia Deledda che l’aveva ricevuto otto anni prima).
Si tratta di una casa strana: lo studio-salotto è immenso. C’è poi una piccola camera da letto. Oggi in una sezione del terrazzo si trova l’ufficio dell’Istituto di Studi pirandelliani, le cui esperte fanno una lavoro egregio anche per accogliere i visitatori. Bellissimi i quadri di Fausto Pirandello, il figlio dello scrittore, alle pareti.
La casa, piena di libri e di ricordi, a cominciare dalle foto dell’attrice Marta Abba che ebbe un’influenza decisiva sul teatro di Pirandello e che, negli ultimi anni lavorò in queste stanze, si trova, fra l’altro in una zona che era un condensato di intelligenza e creatività.
Nella via alle spalle, viveva Eleonora Duse che, in zona, aprì anche una Casa di riposo per attrici. A due passi c’era la villetta di Grazia Deledda, spianata dalla follia speculativa del Dopoguerra. In via di Villa Massimo viveva Rita Levi Montalcini.
L’elenco in realtà è lunghissimo e sarebbe davvero il caso di creare una sorta di itinerario culturale e letterario della via Nomentana. Sia Pirandello sia la Deledda, per altre, ricevevano qui ospiti illustrissimi e qui crearono opere fondamentali. Lungo la Nomentana, oltre la splendida chiesa di Sant’Agnese, sorgeva anche la costosissima casa di cura in cui Pirandello chiuse la moglie, Antonietta Portulano, che vi rimase sino alla morte, nel 1959.
Quest’anno, per i 150 anni dalla nascita dello scrittore e Premio Nobel (la bellissima pergamena del conferimento del premio è conservata nello studio, assieme ad altri tesori come il manostritto dell’Enrico IV), la casa ospiterà una seroie di eventi e l’Istituto produrrà pubblicazioni importanti. Un indirizzo, in sintesi, da segnare in carnet.
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