Scherza coi comics…
Da quando Hugo Pratt rese definitivamente accettabile alla cultura la definizione del fumetto come «letteratura disegnata » (pur non creata da lui, ma dallo scrittore argentino Oscar Masotta nei primi anni Sessanta del secolo scorso), facendola diventare un’espressione di moda, siamo stati tutti molto più sensibilizzati che in precedenza alla relazione, nient’affatto effimera, tra comics e letteratura. Specificamente, soprattutto negli ultimi vent’anni, si sono andati moltiplicando i romanzi (che sono letteratura, ovviamente) scritti da “addetti” del settore fumettistico. Dico appunto: “addetti” di vario genere, ossia non soltanto – come sarebbe logico, perfino naturale – sceneggiatori e/o soggettisti, ma anche disegnatori, operatori editoriali, critici e altri soggetti in qualche modo collegati col mondo della cosiddetta nona arte. In tale prospettiva, ecco dunque giungere in libreria, lo scorso giugno 2013, Un lampo nell’ombra (ed. Feltrinelli, 256 pp., 13,00 Euro) di Sergio Rossi. Un autore cioè ben noto al fandom fumettistico, in quanto, fin da giovanissimo, fu uno dei critici di punta della rivista Fumo di China, diventandone poi uno dei redattori più autorevoli oltre che, per un certo tempo, il direttore. Ma che fu anche per alcuni anni un giovane funzionario presso l’editore Zanichelli, oltre che fondatore di case editrici fumettistiche e organizzatore editoriale nel settore, sotto vari profili, per tacere di altre sue attività in campi contigui. Autore fra l’altro di fumetti veri e propri, di vari saggi su differenti aspetti del fumetto e di alcune opere narrative per ragazzi, Rossi approda con Un lampo nell’ombra a una gradevole opera narrativa di sapore noir – filone letterario oggi imperante – ricchissima di addentellati con quel mondo fumettistico del quale l’attività dell’autore si nutre; sicché, per gli appassionati, l’opera diventa anche ricca di rimandi al settore, di notizie su di esso, perfino di gustosi inside jokes, benché la sua ambientazione sia remota nel tempo. Si tratta infatti della Bologna d’antan, con la data già presente nel sottotitolo del romanzo, 1909. Delitti, misteri e batticuore nella Regia Polizia Scientifica.